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Questo è il testo che inaugura la collana "archeologia filosofica". Si tratta di una mappa delle più importanti problematiche filosofiche che l'idea di natura umana mobilita. Questa idea persiste al fondo delle trasformazioni storiche dell'Occidente. Se si percorre questo territorio che confina con l'antichità greca e latina e si estende fino alle ultime sponde della modernità, si incontrano colline e depressioni, altopiani e suoli vulcanici che corrispondono agli strati della "civilizzazione" e a "valori" che sono illusoriamente ritenuti fondamentali. La posta in gioco nel percorrere questo accidentato territorio è una ridefinizione della modernità che si lascia alle spalle l'essere umano. Con una particolare attenzione alla scrittura, il libro incita a diventare archeologi-esploratori del sapere, a rimettere in discussione la propria soggettività e a indagare i luoghi e i momenti in cui i rapporti con i poteri divengono più intensi. Emergerà allora una volontà che anima i dispositivi di sapere-potere, un soggetto che si dissolve e una certa forma che assume il potere sovrano quando diviene governo della vita.